La posizione giusta per meditare

QUELLO CHE NESSUNO TI DICE SULLA MEDITAZIONE E SULLA POSIZIONE CORRETTA

 

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pos_med_02 Quando si decide di iniziare a meditare, si ricercano informazioni su internet anche su quale postura assumere, forse ti domandi "la mia posizione adesso" potrebbe essere corretta? Non c’è una posizione giusta per meditare, ma prima di approfondire permettimi di chiarire alcune cose. Se cerchi qualche informazione sulla meditazione, specialmente negli ultimi anni col fantastico mezzo di internet, è facile notare che tutti i consigli e le note sono praticamente le stesse. Pare che ci sia una sorta di clonazione. Qualche cambiamento qua e la, piccole differenze sulla grafica, diversa impaginazione, ma alla fine il contenuto non cambia. Ecco il limite di internet - come dicevo in apertura: internet è uno strumento fantastico; davvero ... trovi di tutto in un lampo - il problema è che bisogna imparare a filtrare le informazioni e non fermarsi alla prime che si individuano. Mi ricordo quando ero un ragazzino di 10 anni, la televisione aveva compiuto circa 8 anni, e sentivo gli anziani dire: “...è così, l’ha detto la televisione”. Forse a quei tempi l’informazione prodotta dalla televisione aveva un certo spessore e autenticità: non scordiamoci che la televisione ha istruito gli italiani analfabeti del dopoguerra. Le cose sono cambiate, spesso attualmente le informazioni, tranne qualche rara eccezione, sono decisamente pilotate e con fini decisamente diversi dal portare istruzione o informazione fine a se stessa. Oggi il mezzo di internet fa da padrone e sembra che il tema della validità delle informazioni non sia cambiato. La grande differenza, e non è poco, oggi si può scegliere cosa considerare valido o meno. L’unico modo è leggere sullo stesso argomento da più e più fonti e non fermarsi alla prima e, in ultima analisi, non fidarsi ancora, ma cercare personalmente la risposta ai propri quesiti.

Meditazione

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Ad esempio se cerchi “meditazione” ecco che arrivano decine di articoli su altrettanti blog che spiegano i benefici (spesso corroborati da studi medici), i metodi e le posizioni giuste da assumere. Prima di affrontare il tema della “posizione giusta da assumere” sento la necessità di condividere alcuni punti su cosa sia (o cosa non sia) la meditazione. Il primo e più importante punto da comprendere è che la meditazione è uno stato del nostro Essere, e per definizione “non si può fare”: si può “essere in meditazione” ne consegue che non ha senso dire “faccio meditazione”. Il verbo utilizzato descrive un’azione, ma la meditazione è uno stato di “non azione”. Quello che è ragionevole dire è “faccio, o pratico una tecnica di meditazione”. Le tecniche di meditazione, e ce ne sono per tutti i tipi di persone, sono metodi, strumenti, esercizi (chiamali come vuoi) per cercare di raggiungere quello stato chiamato meditazione. Le tecniche di meditazione servono a preparare il terreno affinché la meditazione accada. Il contadino fa la stessa cosa: prepara il terreno, rivolta la terra, toglie le erbacce, crea i solchi, mette i semi, innaffia e poi ... Poi aspetta, aspetta che i frutti vengano. Non può fare più niente se non mantenere e curare il suo campo: i frutti vengo su da soli; non può forzarli a venire, non può fare alcuna azione perché ciò accada. Con le tecniche di meditazione è lo stesso: prepariamo il nostro essere (il terreno) affinché la meditazione accada. Come dicevo, la meditazione è uno stato dell’Essere; quando dormi il tuo è lo stato di dormienza e quando sei sveglio si parla di stato di veglia. Non si dice “faccio dormo” si dice semplicemente “dormo” o allo stesso modo non dirò “faccio sveglio” ma semplicemente “sono sveglio”: essere sveglio o essere addormentato sono stati del nostro Essere e non si possono “fare”, ma si può essere in uno dei due stati. Lo stesso vale per lo stato meditativo. La meditazione è uno stato del nostro Essere: non possiamo farlo, ma possiamo esserlo.

Meditazione vs Concentrazione

Detto questo, il più comune fraintendimento sul tema è che quando pensi alla meditazione la prima cosa che ti viene in mente è la concentrazione. Per l’accezione comune “concentrazione e meditazione” si credono sinonimi. Ma non è così. La concentrazione è quando tu porti il tuo fuoco in un punto ben preciso, come una lente fa con i raggi del sole li converge in un punto; e può essere così forte da far prendere fuoco quel punto. Lo scienziato è una persona che si concentra, ha un obiettivo, uno scopo e tutto il resto scompare. E’ concentrato in quello che sta cercando.

La concentrazione non è meditazione. La meditazione non è concentrazione: la meditazione è uno stato di totale attenzione, di totalità, tu sei presente a tutto, sei nel quieora. Non sei concentrato su qualche cosa. Sei presente a tutto e in maniera rilassata; con la concentrazione, per definizione, c’è una tensione, uno sforzo: c’è lo sforzo di concentrare l’attenzione in un solo punto. Quando si è in meditazione tutto quello che c'è fa parte di te o meglio, comprendi tutto quello che c'è. Comprendere significa capire; vuole dire anche prendere dentro di te (comprendere= prendere con). E' la comprensione di tutto ciò che che c'è intorno. E questo stato può accadere solo in uno spazio di totale rilassamento, senza tensione, senza sforzo. Chiarito cosa sia la meditazione vorrei parlare delle tecniche di meditazione e delle posizioni da assumere.

pos_med_03 Quando pensi alla meditazione la prima immagine che si forma è quella di una persona seduta a gambe incrociate con due dita unite di entrambe le mani (mudra). Questa è una tecnica che risale a migliaia di anni fa. Infatti 2500-3000 anni fa (al tempo di Gautama Siddhartha il Buddha) la vita aveva un ritmo decisamente diverso da oggi, non è difficile immaginarlo. Quello che la gente faceva durante le giornate era una minima parte di quello si fa e si può fare oggi. Inoltre i ritmi erano scanditi dalla luce del sole. Questo approccio funzionava bene per quel tipo di persone, per quel tipo di mente, per la gente di quell'epoca. Non sto dicendo che il metodo sia sbagliato, dico solo che non è appropriato per noi, per gli "indaffarati", per coloro che "non hanno tempo" e comunque non per una persona che è all'inizio. Oggi, specialmente per gli occidentali, questo tipo di approccio produce scarsi risultati, o se si ottengono non sono facili. Abbiamo una mente super-attiva, che è abituata al multitasking (per usare un termine informatico); siamo abituati a fare più di una cosa alla volta; mentre facciamo una cosa in background ne pensiamo altre due! (se va bene!) Quindi se decidiamo di chiudere gli occhi non ci dovrebbe stupire se un treno di pensieri ci attraversa. E’ il nostro modo di vivere.

Ma allora come si può rimediare a questa situazione?

La soluzione sta nell'utilizzare delle tecniche adatte all'uomo dei nostri tempi. In pratica dovremmo praticare tecniche attive, dinamiche ossia che abbiano più di una fase dove nella fattispecie le prime servano a esaurire un po’ di questa energia in surplus affinché, poi, nella fase successiva in cui si è immobili ci sia una maggiore possibilità di non essere preda dei pensieri, ma esserne testimoni e riuscire ad ascoltare il respiro.

pos_med_01Per quanto riguarda la posizione da assumere dobbiamo partire dal presupposto che la meditazione è uno stato che può nascere solo da uno spazio di rilassamento e, certamente non di tensione o sforzo. Quindi il metro è quello di trovare una posizione che non crei assolutamente tensioni nel nostro corpo. Gli orientali, che utilizzano la posizione del loto – a gambe incrociate - vivono tutta la vita in quella posizione, per loro è naturale; cominciano da piccoli e continuano così; addirittura si cibano seduti a terra. Per noi, al contrario, non è assolutamente una posizione naturale e dopo pochi minuti diventa insopportabile.

Allora perché dobbiamo creare una tensione nel nostro corpo?
Forse pensiamo che tale posizione sia propedeutica per essere in meditazione?

No, puoi essere in meditazione anche seduto su una sedia o anche su una poltrona, l’importante è che non si cada nel sonno, che non è lo stato per poter essere consapevole del respiro e/o dei pensieri. Va bene anche stare in piedi con la schiena dritta, le ginocchia rilassate e le braccia stese lungo i fianchi. Quindi la giusta posizione è quella che per te è la più comoda; devi solo fare attenzione a non cadere nel sonno.

Nei miei corsi o workshop si può sperimentare in prima persona, come la meditazione sia uno strumento utile per noi occidentali.

Paribodha

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Sw Prem Paribodha Oddera

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